Chi sono
Il mio non è un diario quotidiano e non è un viaggio vero e proprio. La mia carriera, il mio percorso lavorativo sono, in effetti, un diario e un viaggio…
…non ancora terminati!
Lungo il mio viaggio ho conosciuto, frequentato e spesso apprezzato, migliaia di persone attraverso percorsi professionali in centinaia di aziende.
È quindi con l’intento di creare relazioni, a prescindere dallo sviluppo e dalla sostenibilità del business, che nasce il progetto IP380, dove I sta per Imprese, P per Professioni e 380 per… Gradi, dovuto a un banalissimo errore che un illustre collega innominabile commise nel diffondere un documento ufficiale… e questa è una storia che ti racconterò se vorrai continuare a leggere.
Molte delle aziende con le quali ho avuto a che fare non esistono più e con loro anche quegli incontri con titolari, imprenditori, collaboratori si sono dispersi. Altre relazioni sono sopravvissute alle rispettive imprese a prescindere dai rapporti commerciali che li avevano generati.
Un giorno di qualche anno fa mi sono reso conto che quei contatti (oggi dovrei chiamarli leads) che sono andati oltre al mero incontro d’affari, andavano preservati.
Ripensando al perché tanto e tale patrimonio umano fosse andato perso, ne ho infine compreso il motivo: con la stragrande maggioranza di quelle persone non avevo sviluppato relazione; niente sapevo di loro che andasse oltre l’occasione professionale, perciò nessun altro motivo poteva legarci se non nella circostanza specifica.
Ho così compreso il significato di quello che oggi viene chiamato soft skill e la sua importanza nei rapporti professionali e non.
Nel settembre del 1997, intanto, avevo avuto la mia prima esperienza di network, che mi svelò un mondo fino ad allora sconosciuto. Mi diede, insieme al business, la possibilità di incontrare persone di grandi valori e competenze che ben difficilmente avrei potuto conoscere nella mia attività tradizionale locale.
Peccato non averlo capito prima!
Più tardi compresi che l’aver disperso quel tesoro di potenziali relazioni avrebbe comportato gravi conseguenze in termini di mancato profitto negli anni a venire!
Correva l’anno 2011. Presi un’importante decisione: in futuro sarei stato più curioso, non avrei mai più permesso a me stesso di sprecare così banalmente quel patrimonio liquido che mi passava tra le mani ogni giorno.
Come? – mi sono chiesto – creando relazioni prima di ogni altra cosa, a prescindere dallo sviluppo e dalla sostenibilità del business.
Con questo intento nacque il progetto IP380 e la storia di come ha avuto origine il nome.
Dovuto a un banalissimo errore che un illustre collega innominabile commise nel diffondere un documento ufficiale, nel quale citava testualmente: “…e, dopo aver attentamente analizzato la situazione di mercato a 380 gradi…”.
Inizialmente mi fece sorridere (generando una presa in giro nei confronti del collega ogni volta che ci sarebbe stata l’occasione), salvo poi considerare che, in realtà, molti abusano dell’espressione a 360° in sede di illustrazione delle proprie competenze (e quante più ne abbiamo sentite e lette di capacità di codesta portata). Mai nessuno che abbia ipotizzato di andare oltre!
Decisi dunque di essere io ad andare oltre al 360: aggiunsi quei 20 gradi che rappresentavano il rapporto interpersonale. Senza la relazione tra le persone, il rapporto di affari si riduceva a una sterile frequentazione fine a sé stessa e priva del necessario presupposto:
Prima crei relazione poi sviluppi affari
allora sì, possiamo parlare di 380°. Questo è ciò che io penso, sostengo e dico!
Dato che non tutti avevano e hanno questa convinzione, ho pensato di impegnarmi a sensibilizzare imprenditori e professionisti e nel far loro comprendere la semplice ma fondamentale differenza da considerare ai fini della qualità di un rapporto, prima tra persone poi tra uomini d’affari.
Da allora, ancora oggi, il mio viaggio prosegue nella convinzione che questa sia l’unica strada da seguire per difendere e sostenere l’importanza del fattore umano nel mondo degli affari che sempre più va verso la digitalizzazione, la robotizzazione e la realtà aumentata.
Ecco il mio viaggio!
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